di Giuseppe Ambrosino di Bruttopilo
Carneade! Chi era costui? – ruminava tra sé don Abbondio.
Nello stesso stato d’animo mi trovai io, molti anni fa, quando mi scervellavo, chiedendomi chi fosse Giuda Taddeo.
Caro lettore, che tu abbia la fortuna di conoscerlo, e pertanto penseresti soltanto a beffeggiarmi, o che tu di lui non sappia un fico secco, e te ne infischieresti comunque, ricordati che Giuda Taddeo non va sottovalutato, in quanto oltre ad essere un santo, è un santo che si trova a Procida.
Si, a Procida! Hai inteso bene!
Certamente, non proprio in carne ed ossa, essendo egli vissuto all’epoca di Gesù Cristo, ma una sua statua e addirittura le sue ossa si trovano in una chiesa dell’isola. Questo te lo posso giurare.
Ed allora tu ti chiederesti perché oggi io ne parli, e come sappia di lui vita, morte e miracoli.
Ebbene. Era uno di quei pomeriggi afosi di estate. Sdraiato sul sedile posteriore della mia motoretta, nell’attesa di qualche viaggio, stavo quasi per addormentarmi.
Si avvicinò una donna, non tanto giovane ma piacente, che, dato il mio stato di sopore, non mi avvidi neppure da dove fosse spuntata. Nel presentarsi mi disse che era di Milano e che era appena scesa dal piccolo battello proveniente da Pozzuoli. Non era mai stata a Procida, mi confessò, e nell’infilarsi nella motoretta, mi chiese espressamente di essere accompagnata nella Chiesa di san Giuda Taddeo, al quale aveva urgente bisogno di rivolgere una preghiera personale.
Nell’ascoltare questo strano nome, dire che restassi sorpreso, è poco.
Tale fu il mio smarrimento, che, dopo aver avviato il mezzo, rallentai, quasi fino a fermarlo, per fare mente quadra sulle mie conoscenze dei santi.
San Raimondo, San Gioacchino, San Pietro, San Leonardo, San Biagio, San Ciro, San Vincenzo, San Gioacchino, quanti santi mi sovvennero! Tutti santi, d’altronde che si veneravano a Procida!
Ma questo San Giuda Taddeo proprio non lo ricordavo.
E poi in che chiesa sta? – mi chiesi, sbigottito –Boh! Visto che nemmeno lei lo sa, meglio temporeggiare – pensai alla fine.
Per cui, pensando che le facesse anche piacere, le proposi innanzitutto un giro per tutta l’isola, allo scopo di farle godere i posti più panoramici, e con la segreta intenzione di chiedere a qualcuno lungo il tragitto chi fosse questo benedetto santo.
Sulla motoretta la feci sedere davanti, al mio fianco, affinché potesse godere meglio l’insolita prospettiva degli antichi palazzi, che continuamente variava, nel procedere lungo la tortuosa strada principale. Lei osservava il tutto con inspiegabile indifferenza. Soltanto sul belvedere della Chiaja la vidi entusiasta.
Nell’indicarmi la Terra Murata in lontananza – E’ lì che sta san Giuda Taddeo ? – mi domandò – in quella chiesa lassù? –
-No! Lì si venera san Michele, patrono dell’isola – risposi – Ora ti ci porto.
Lei annui, ma non la vidi tanto interessata.
Comunque io avviai di nuovo la motoretta e presi la direzione per la Terra Murata.
Una volta là sopra – pensai – chiederò al curato chi fosse e dove stesse questo santo così strano.
La portai direttamente in chiesa e le illustrai , per quel poco che io sapessi, le numerose opere d’arte dell’antica Abbazia. Ed intanto andavo ansiosamente in cerca del curato.
-Il curato?– mi dissero alcune pie donne – ma quello or ora se n’è andato.
Non mi restò allora che chiedere a loro.
Ma che fosse una, che dico una, che conoscesse san Giuda Taddeo!
Chi mi diceva che fosse Giuda, quello che si impiccò, chi mi diceva che forse si chiamasse soltanto Taddeo. ( A Procida ricordavo qualcuno che si chiamava Taddeo. E quindi doveva esserci anche il Santo). Ma lì a Terra Murata, dovetti rassegnarmi, non c’era né Giuda né Taddeo.
Mi vidi perduto.
Allora le buone donne mi consigliarono di chiedere alla Congrega.
Là c’è il Cristo – mi dissero – e quindi dovrebbe esserci anche Giuda e Taddeo.
Con tutto il rispetto al Cristo Morto questa volta, non volli rischiare.
Mi infilai di soppiatto nel piccolo studio del curato, con la scusa di usare il bagno e da lì telefonai ad un mio amico medico. Fortunatamente mi rispose subito. Aveva una voce impastata, forse stava riposando. Ma fu come al solito gentilissimo. Non solo mi confermò che la statua di San Giuda Taddeo stesse effettivamente a Procida, ma mi specificò che si conservasse nella chiesa di san Leonardo. E cominciò a parlarmene dettagliatamente. Non la finiva più. Onestamente a me interessava soltanto in quale Chiesa stesse il Santo.
Quindi non ascoltai fin in fondo tutto il dettagliato racconto, e mi rammaricai in seguito per aver mancato di rispetto a quest’uomo di grande cultura, che mi onoravo di avere come amico e come medico.
Una volta acculturatomi parzialmente, ringraziai il dottore ed andai a recuperare in chiesa la signora di Milano. Non le chiesi neppure se avesse visto San Michele. Ormai nella mia testa c’era un solo santo: san Giuda Taddeo. Le portai addirittura fretta. Lungo la discesa verso san Leonardo la motoretta sembrava volare (tanto è vero che l’allibita signora di Milano la definì l’”apetta”). Feci addirittura il controsenso per via Principe Umberto. A quell’ora di controra le strade erano deserte. I miei compaesani o stavano al mare o riposando.
Fortunatamente la chiesa di san Leonardo era aperta. Ma completamente deserta. Il parroco però doveva pur esserci.
Risalimmo tutto il lato destro della navata, guardammo tutte le statue ad una ad una. Niente. Nessuna rappresentava Giuda Taddeo. Per la delusione non mi attardai neppure a volgere uno sguardo al tabernacolo. Lasciai indietro la signora di Milano e mi affrettai lungo l’altro lato della navata, verso l’uscita. La prima statua, niente, la seconda niente. Stavo quasi per bestemmiare.
– Ah, eccolo qua! – Mi venne quasi da gridare – e poi rivolto alla milanese – Vieni, qua sta Giuda Taddeo! –
Lei, la devota signora, come lo vide, alzò lo sguardo al volto del santo, toccò la vetrata in corrispondenza delle ossa, e poi si prostrò quasi a terra, restando con le mani giunte ferma e muta come stesse in estasi. Da dietro un pannetto, sbucò il parroco. Soltanto allora la donna si distrasse (dopo mi spiegò il perché. Aveva scambiato il parroco per Giulio Andreotti vestito da prete).
E il buon parroco, Don Vincenzo, fu felice di spiegare, la vita e i miracoli di San Giuda Taddeo. Disse che costui era un cugino di Cristo, che aveva fatto l’apostolo e aveva la virtù di fare miracoli impossibili.
San Giuda Taddeo seppi allora che fosse il patrono delle cause perse.
Alla fine della giornata salutai la signora milanese, logicamente soddisfatta, e le augurai di vederci al più presto, in una prossima volta.
Non ricordo quanti anni siano passati da allora, penso parecchi. La signora non l’ho più rivista, né ho saputo più nulla di lei. Ma, pochi giorni fa, ritornando da Napoli, mentre mi accingevo ad entrare nella mia motoretta, che ormai sfrutto soltanto per uso personale, si avvicinò una signora, anche questa non tanto giovane, ma elegante e attraente.
– Ho bisogno del suo servizio – mi disse con modi gentili – Mi può accompagnare, per cortesia alla chiesa di San Giuda? –
La guardai, la scrutai, rimasi per alcuni attimi, sbalordito.
-Scusi, signora, ma lei a chi santo si riferisce, all’Iscariota o a Taddeo?– replicai a mia volta, tanto per capire se fosse la stessa signora, che incontrai tanti anni fa.
– Ma a san Giuda Taddeo, certamente! Mica l’Iscariota è santo. –
– Senta signora, allora si rivolga ad un taxi, perché io sono fuori servizio –
– Ma quale taxi! – la signora insistette – sono napoletana, e i taxi li odio, voglio un’”apetta”.
Un’”apetta”? – mi domandai allibito – Soltanto la signora di Milano avrebbe usato tale espressione. Però non mi trovo con la città, né con l’età – Pensai – Intanto anche lei è venuta apposta per pregare San Giuda Taddeo. Boh! Non ci raccapezzavo più niente.
– Comunque, signora salga! – e mi avviai con lei verso la chiesa di San Leonardo.
Entrammo. La solita chiesa vuota. Ormai don Vincenzo non c’era più. Era morto ed anche da parecchio. Comunque non avevo più bisogno di domandare a nessuno.
Mi diressi immediatamente verso il Santo. La signora napoletana si comportò in maniera identica alla signora milanese. Toccò virtualmente le ossa attraverso il vetro. Poi si prostrò ed anche lei cadde in estasi. Chissà che causa persa andava perorando al Santo.
Quanto era bello san Giuda Taddeo, però!
Debbo dire la verità, alla fine, mi venne spontaneo chiedergli una grazia. Non per metterlo alla prova, ma perché ne sentii veramente la necessità. Non insistetti, perché tutte e due le signore mi avevano raccomandato di non essere petulante. Ebbene, tu non ci crederesti. Io la grazia l’ho ricevuta. Anche se ciò che chiesi resta un segreto tra me e il santo.
Ambr.
scusami,non si è capito se è una semplice statua o sono le reliquie.
Perchè se è come tu hai scritto (Toccò virtualmente le ossa attraverso il vetro), bisogna
far aggiornare Wikipedia che alloca le reliquie del Santo nella Basilica di S.Pietro.
Grazie
Gentilissimo Giuseppe,
nella chiesa di san Leonardo, la prima statua a sinistra entrando è San Giuda Taddeo. Ai suoi piedi ci sono delle ossa ( non penso siano di qualcun altro ) che si intravedono in una bacheca di vetro. Non metto in dubbio che altre ossa siano allocate a Roma. Si vede che Giuda Taddeo era un pezzo d’uomo.
Sig.Ambrosino
se leggi Wikipedia dice esattamente cosi: “Le reliquie sono nella basilica di S.Pietro ”
Sempre che qualche osso è volato…ed è andato a finire a S. Leonardo
geppino
L’ articolo da speranza
caro san giuda sono daniela ho bisogno urgentememente del tuo aiuto guidami tu sto entrando in depressione ,mi sento che mi manca ol terreno,non ho piu’ un lavoro non so come aiutare i miei figli in piu’ si e’ agginta lamalattia di mio marito,ti prego veglia sulla mia famiglia guidida ,aiutaci ad avere giustizia non so perche’ tutto questo male nei mie confronti ,aiutami a risorvere i problemi giudiziari,domani avro’ una cusa ti chiedo con il cuore che sia tu a posto del mio avvocato a discuterla ,non ho fattonulla di quello che mi accusano,fai che si studiono bene le carte ti prego fammi asssolvere te ne scongiuro,te ne saro sempre grata ,non mi abbandonare ,fai che tutto si aggiusti e’ venga fuori la verita’,confido neltuo grande aiuto san giuda ,dammi un segno di speranza, sempre grazie
Grazie grazie grazie!!!!!!!
Vi ringrazio SAN GIUDA TADDEO per la vostra intercessione alle mie preghiere. Grazie
San giuda taddeo ho bisogno urgente della grazia che tu sai aiutami
Grazie, mille volte grazie San Giuda Taddeo per la grazia ricevuta.
Conosco questo santol’ho pregato ma non ho navuto risposta l’articolo e’ eccellente
Grazie San Giuda Taddeo: hai esaudito immediatamente le mie preghiere .Grazie.
Grazie San Giuda Taddeo ❤️
Grazie San Giuda Taddeo, per aver ascoltato la mia disperata richiesta d aiuto. Hai dato il primo segnale dopo tre giorni. Poi hai esaudito la mia umile preghiera. Continua a intercedere per una risoluzione totale. Grazie. So cheo fai. Sei grande…
San Giuda Taddeo, grazie per la tua intercessione alle mie preghiere.
Questo suggestivo racconto ci riporta tra quelle dimensioni oniriche tipiche del secolo scorso, quando ancora avevamo senso e bisogno di sacro . Oggi durante questo trascorso profondamente profano, si sente il bisogno di rituffarsi senza paracadute tra queste amorevoli dicerie che, arricchiscono ogni nostro desiderio di ciò che di bello e spirituale è rimasto vivo in tradizione ! Il paranormale è ancora un fondamentale desiderio dell’essere!!
eh no caro mio, io porto come secondo nome il nome della mamma di san taddeo, egli ha aiutato me a far nascere mio figlio, che stava per morire dopo una notte di dolori arriva al mattino lòstetrica , Tania Taddeo, e quello era il segno della sua presenza. Loro esistono davvero, ti auguro di incontrarlo, anzi, e gia con te, ti benedico fratello.
Sono Procidano, ma devo confessare che non sapevo questa cosa. Appena torno a Procida devo fare una visita a San Leonardo. E pensare a quante volte sono entrato in questa chiesa prima di andare a scuola, al Nautico. Sono contento. Grazie.