Prima di analizzare tutti gli interrogativi che nascono da questa spinosa vicenda vorrei però fare una doverosa premessa: sono spesso stato accusato di spargere fango dando notizie false e tendenziose nascondendomi dietro il condizionale, dietro i “sembra” e “abbiamo sentito dire”.
A mia discolpa posso dire che in vicende come questa, dove molti dei protagonisti non hanno interesse a lavorare alla luce del sole, le informazioni escono a mezza bocca e con nessuna possibilità di essere controllate.Preferisco dichiarare da subito la provenienza dubbia della notizia lasciando la possibilità di una smentita – smentita che su procidaniuse non abbiamo mai rifiutato a nessuno – dando però materia di meditazione ai lettori piuttosto che cestinare tutto e non dire niente che non provenga da fonte certificata.
Passiamo ai dubbi più cocenti:
Le considerazioni che sono venute fuori in questi giorni di “ribellione” popolare sono ancora più amare:
Forse sarebbe il caso che sulla scia di questa indignazione si facesse qualcosa per difendere i marittimi.
Forse sarebbe il caso che i diretti interessati e gli amministratori si organizzassero per rendere le condizioni di lavoro più umane.
Forse sarebbe il caso di metter in cantiere questa proposta di insieme per procida di fare della nostra isola la promotrice di una associazione di comuni interessati al problema per difendere i marittimi.
Che ne pensano i nostri amministratori?
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