dal Corriere del Mezzogiorno
Oggi alle 11,30 riunione del Consiglio dei ministri in prefettura a Napoli. Nuovo decreto sull’emergenza rifiuti. Comuni a rischio scioglimento
NAPOLI — Silvio Berlusconi torna a riunire il Governo a Napoli. La convocazione è fissata per stamane alle 11,30 presso gli 


uffici della prefettura. Sarà ancora una volta un decreto legge a perfezionare il tiro contro il bersaglio dell’emergenza rifiuti, per tentare di sciogliere l’ultimo nodo normativo che impedisce di rimuovere i cumuli di ingombranti e di indifferenziata che crescono di giorno in giorno agli angoli di molte strade periferiche. Ieri, i tecnici dell’ufficio legislativo di Palazzo Chigi hanno messo a punto il testo del provvedimento: si prevede l’inasprimento delle pene per chi sversa i rifiuti in modo abusivo e gestisce discariche illegali, ma anche sanzioni pesantissime come lo scioglimento per i Comuni e le Province inadempienti. «I Comuni e le Province — si legge nella bozza — che non rispetteranno gli obblighi relativi alla raccolta e alla gestione dei rifiuti potranno essere commissariati, con conseguente decadenza della giunta e lo scioglimento del consiglio comunale ». Nel secondo degli otto articoli di cui si compone il decreto è scritto che il sottosegretario Bertolaso «diffida il Comune e la Provincia ad adottare, nel termine stabilito, gli occorrenti provvedimenti. In caso di reiterato e persistente inadempimento, su iniziativa del sottosegretario, il ministro dell’Interno propone al Consiglio dei ministri la rimozione del sindaco o del presidente della Provincia».



I comuni campani dovranno predisporre delle aree di stoccaggio provvisorio per i rifiuti indifferenziati, anche pericolosi, che si trovano attualmente sul territorio. L’obiettivo, come detto, è quello di introdurre «modalità speditive, comunque controllate, di rimozione dei rifiuti in cumuli, per trasferirli in aree attrezzate e controllate» dove poi operare una «separazione in categorie più omogenee per poi trasportarle alle destinazioni definitive di smaltimento». Fino ad oggi, infatti, l’iter per lo smaltimento dei rifiuti ingombranti può durare anche due mesi. «Allo scopo di fronteggiare l’illecito abbandono dei rifiuti sul territorio — è scritto nel decreto — i soggetti pubblici competenti dispongono la rimozione e il trasporto di cumuli di rifiuti, anche pericolosi, presenti su aree pubbliche o private anche in deroga alle procedure vigenti» con l’assistenza dell’Arpac della Campania «per assicurare adeguate condizioni di igiene e tutela della salute pubblica e dell’ambiente». Per giungere in tempi rapidi alla soluzione, «è consentito l’affidamento diretto del servizio a soggetti in possesso della necessaria idoneità tecnica». Le aree di stoccaggio provvisorie sono individuate dai «soggetti pubblici competenti », cioè gli enti locali. L’apertura dei siti deve essere autorizzata entro 15 giorni dalla richiesta altrimenti, «il ministero dell’Ambiente provvede in via sostitutiva, su proposta del sottosegretario ». Ma anche per chi sversa illegalmente per strada non ci saranno mezze misure, come si legge nell’articolo 6 del decreto: «Chiunque abbandona o deposita ovvero immette nelle acque superficiali o sotterranee rifiuti pericolosi o ingombranti ovvero speciali è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni; se l’abbandono o il deposito o l’immissione nelle acque superficiali o sotterranee riguarda rifiuti diversi, si applica la sanzione amministrativa pecuniaria da cento euro a seicento euro. Il titolare del centro di raccolta, il concessionario o il titolare della succursale della casa costruttrice che viola le disposizioni di cui all’articolo 231 comma 5 è punito con la sanzione amministrativa pecuniaria da 260 euro a 1550 euro». Le indiscrezioni sul decreto hanno fortemente irritato la struttura del sottosegretario ai rifiuti e capo della Protezione civile, Guido Bertolaso, solitamente riservata alla vigilia di questi eventi, biasimando i funzionari di Palazzo Chigi responsabili della fuga di notizie. Bertolaso, di ritorno da una visita in Molise, ha invece spiegato che la convocazione a Napoli del consiglio dei ministri «sarà l’occasione per approntare degli aggiustamenti sulla strategia individuata fino a questo momento. La situazione — ha aggiunto — è sotto controllo. Ovviamente dopo quattro mesi è giunto il momento di fare una sorta di tagliando dell’attività».
Angelo Agrippa
10 ottobre 2008
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