Procida: “Quando meno te l’aspetti” del matematico-affabulatore Guido Trombetti.

Con il libro “Quando meno te l’aspetti” Guido Trombetti, ex rettore della Federico II ed attualmente Assessore Regionale con delega all’Università – Ricerca scientifica – Statistica, sistemi informativi ed informatica, ha avuto una segnalazione speciale della giuria della XXV edizione del Premio Letterari “Procida Isola di Arturo . Elsa Morante”, manifestazione organizzata dal Comune di Procida sotto l’Alto Patronato del Presidente della Repubblica, che vedrà la cerimonia conclusiva il prossimo 1 ottobre.
“Quando meno te l’aspetti” – dice Ermanno Corsi, giornalista, scrittore e componete della giuria del premio procidano – è un titolo che contiene una doppia chiave di lettura. Vale quando, ad un certo punto e quasi inconsapevolmente, ci si ritrova a tracciare il bilancio di un vissuto proprio e altrui. Vale per l’autore che, matematico di prestigio, irrompe sulla scena narrativa nella veste di accattivante affabulatore.
Otto episodi, costruiti con tanti flashback che intrecciano storie e vite in una Napoli fra gli anni Cinquanta e Sessanta. Al centro quattro compagni di scuola con un contorno di suore compassioniste, una maestra da libro-cuore, genitori in ansia per un avvenire che non è garantito a nessuno, un io narrante che di volta in volta si sposta da un episodio ad un altro.
I primi anni di scuola sono quelli di una piccola comunità dove, come in una favola, una bambina di otto anni, sa scegliere il colore del giorno (“ogni giorno un colore per inventarsi ogni giorno la vita”). Ma la realtà incalza e non a tutti è dato di potersi scegliere il colore preferito. Così ognuno dei quattro compagni prende una strada diversa. Quando si ritrovano, trent’anni dopo, debbono prendere atto che, molto probabilmente, “ognuno è quello che è per caso”, che la vita “è ciò che ci accade mentre ci occupiamo d’altro, mentre aspettiamo altro. Davvero il caso decide per tutti? Abilmente Guido Trombetti, superando la “solitudine dei numeri primi”, – continua Corsi – affida ad Ungaretti la responsabilità di descrivere così una certa condizione esistenziale e in una determinata fase: “Si sta come d’autunno sugli alberi le foglie”.
Una narrativa particolare, quella del matematico-affabulatore Guido Trombetti – conclude Ermanno Corsi – non priva di piacevole e sorvegliata ironia: frasi spesso ellittiche di soggetto e di predicato, scatti di impressionismo, dialoghi frammisti a monologhi nella convinzione, di cui l’autore non fa mistero, che “chi padroneggia il linguaggio vince sempre”

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