Devastazione al faro di Procida. A Punta Pioppeto, l’appartamento annesso alla struttura di segnalazione dell’isola, ove nel passato alloggiava il fanalista addetto al servizio, è stato completamente devastato. Macerie dappertutto: finestre distrutte, pareti interne rase al suolo, mattonelle divelte, lavandini, water, doccia, asportati, mobili e arredi derubati, scritte e graffiti di vario genere sulle pareti, fili elettrici strappati e penzolanti dal soffitto. Un flagello! Finanche le grate che proteggevano i finestroni con affaccio sul mare sono state sfondate insieme alla porta d’entrata in ferro. Danni anche al quadro elettrico che consente l’accensione e lo spegnimento automatico del faro, prontamente riparato dal signor Claudio Palumbo, responsabile tecnico dei fari della zona flegrea, residente a Miseno.
L’opera vandalica è stata probabilmente compiuta in più riprese, visto l’entità e la mole dei danneggiamenti effettuati. Già, nell’aprile scorso, infatti, la Capitaneria di Porto di Procida, retta dal tenete di vascello Gianluca Oliveti, dopo le prime segnalazioni pervenute in ufficio, aveva provveduto ad emanare un’ordinanza di interdizione nella zona a cui si accede attraverso una ripida scalinata di 103 scalini, avvolta in una fitta vegetazione di macchia mediterranea. Ma, a quanto apre, il fatto non è servito a molto. Gli atti vandalici sono continuati. I vandali, forse, sono arrivati dal mare.
Spiega Claudio Palumbo, reggente dei fari della zona: “Da tempo avevamo denunciato a Carabinieri ed altre autorità la situazione che si verificava al faro procidano Il quale è un punto di riferimento importantissimo per la navigazione del golfo, in quanto fa da triangolo d’osservazione con i fari di Capo Misero e Punta Carena. Da quando, negli anni passati, il posto di fanalista nell’isola era stato soppresso per il ridimensionamento del personale del settore, la struttura di Punta Pioppeto veniva usata per le vacanze di ufficiali e sottufficiali di “Maridista”, il settore della Marina Militare che gestisce tali impianti. A sua volta, il Comune di Procida aveva chiesto ed ottenuto una servitù di passaggio che consentisse ai procidani di continuare a scendere al mare come facevano da sempre.” Il Comune era andato oltre. L’assessore al mare Salvatore Costagliola aveva promosso, nell’ambito della valorizzazione dei fari italiani lanciata dall’Agenzia del Demanio, la costituzione di un Centro Studi Internazionale per la tutela e lo sviluppo delle aree isolane e costiere, che avesse nella struttura di Punta Pioppeto, il punto di riferimento per il monitoraggio e il controllo dell’area marina protetta “Il Regno di Nettuno”. A tal riguardo l’Istituto Internazionale “Stop Disasters” di Napoli, ha redatto un apposito progetto, a firma del prof. Ugo Leone, che la Giunta Comunale isolana ha recepito con apposita deliberazione. L’operazione doveva essere sviluppata in sinergia con il progetto di utilizzo dell’ex motonave del CNR “Bannock” che, a breve, dovrebbe trovare sistemazione nel porto isolano di Marina Grande, per un programma di informazione, formazione ed educazione ambientale.
DOMENICO AMBROSINO
da “Il Mattino” del 17 maggio 2009
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