Lunedì scorso, il ministro dei Trasporti Altero Matteoli aveva spiegato: «I nostri funzionari hanno ottenuto da Bruxelles un rinvio al 31 dicembre 2009, per Tirrenia. Rinvio che ci permetterà di lavorare meglio alla privatizzazione». Aveva parlato, insomma, come se la decisione della Commissione fosse già arrivata. In realtà, benché un accordo di massima ci sia, concordato il 19 novembre scorso, proprio dai funzionari ministeriali con la d.g. Concorrenza, la Commissione non ha ancora preso una posizione ufficiale. Tuttavia ha già fatto sapere, sia pure informalmente, che un eventuale via libera al rinvio di un anno sarà preceduto da una lettera con una serie di richieste di chiarimenti. Non a caso, ieri, il commissario Ue ai Trasporti, Antonio Tajani, sulla proroga al Governo italiano, ha affermato: «Dobbiamo finire di esaminare la questione. Stiamo valutando il da farsi».
Secondo quanto risulta al Sole 24 Ore, la risposta dell’Ue si concentrerà su diversi temi, toccati durante l’incontro a Bruxelles di due settimane fa. In primo luogo, sulle quote della privatizzazione. L’intendimento del Tesoro, che controlla Tirrenia attraverso Fintecna, sarebbe di alienare non meno del 70% delle quote della compagnia (si veda Il Sole 24 Ore del 7 novembre). Tuttavia, nell’ultima versione della delibera del presidente del Consiglio sull’iter di privatizzazione, si dice solo che la procedura «avrà ad oggetto una quota del capitale superiore al 50%». Aprendo la strada a un’alienazione minore, rispetto all’obiettivo del Tesoro. L’Ue, però, si appresterebbe a chiedere espressamente la vendita dell’intero pacchetto di Tirrenia.
Non solo: nella lettera che la Commissione si prepara a scrivere, Bruxelles sarebbe intenzionata ad ottenere chiarimenti anche sul sistema tariffario di Tirrenia e sulle linee che continueranno ad avere sovvenzioni dopo la privatizzazione (si tratta di collegamenti di pubblica utilità). L’Europa vorrebbe che le convenzioni si limitassero alle rotte indispensabili. È condivisa dall’Ue, invece, la decisione del Governo, sancita dal decreto anti-crisi (articolo 26 comma 3b) di cancellare il passaggio gratuito (come da legge 133/08) delle compagnie regionali di Tirrenia in capo alle Regioni, alcune delle quali erano tutt’altro che entusiaste del progetto. L’idea che si sta facendo strada nel Governo è di vendere l’intero gruppo. Il decreto ha stanziato, poi, 195 milioni per il prossimo triennio, destinati alla privatizzazione della compagnia. I 65 milioni del 2009 si aggiungono ai 109 già indirizzati alla società.
Un provvedimento che non è piaciuto alla giunta regionale sarda, da sempre critica sulle sovvenzioni, la quale, contro il decreto, annuncia un ricorso alla Corte costituzionale e una denuncia all’Antitrust. Ieri, poi, Federmar-Cisal ha proclamato uno sciopero di Tirrenia il 15 e 16 dicembre.
fonte: www.ilsole24ore.com
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