Procida Blogolandia e Carta: “Tristan e Rachel”

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Editoriale

Tristan e Rachel

Tristan Anderson, un pacifista statunitense di 37 anni, è stato colpito due giorni fa da un candelotto lacrimogeno sparato da un soldato israeliano. Tristan stava manifestando a Nilin, in Cisgiordania, contro la costruzione del Muro. Ferito gravemente, è ancora in ospedale, dopo una delicata operazione chirurgica alla testa. Sei anni fa, il 16 marzo del 2003, un bulldozer israeliano travolgeva e uccideva un’altra pacifista, Rachel Corrie, a Rafah, nella Striscia di Gaza. Rachel faceva interposizione pacifica: con altri pacifisti dell’International solidarity movement cercava di evitare che le ruspe israeliane demolissero le case palestinesi.
Nello stesso giorno, Benyamin Netanyahu, leader del Likud incaricato di formare il governo dopo le elezioni del 10 febbraio, ha chiuso un accordo con Avigdor Lieberman, il leader di Yisrael Beitenu. Il partito di Lieberman dovrebbe avere i ministeri degli esteri, del turismo, dell’integrazione degli immigrati, della sicurezza interna e delle infrastrutture, tutti utilissimi a sostenere un programma che sostiene l’espansione degli insediamenti colonici in Cisgiordania, vorrebbe costringere i cittadini arabi di Israele a un giuramento di fedeltà e difende l’annessione di vaste aree della Cisgiordania. Se gli accordi rimangono questi, si allontana ogni prospettiva di trattative con i palestinesi. I sei anni tra la morte di Rachel e il ferimento di Tristan sembrano passati invano. Peggio: Israele sembra sempre più incapace di guardare oltre la propria aggressiva paura. Quella che l’ha spinta a scatenarsi contro il Libano nell’estate del 2006 e contro la Striscia di Gaza poche settimane fa. Quella che sta formando il nuovo, minaccioso, governo.

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