Come ampiamente previsto agosto è un mese difficile anche per l’isola di Vivara, esposta ai mille pericoli rappresentati da un flusso incontrollato di persone che, una volta superato il ponte che la collega a Procida, si trovano di fronte all’edificio diroccato della “casa del caporale” e alle recinzioni adiacenti.
La maggioranza di queste, trovando il cancello chiuso, fa marcia indietro e magari approfittando del suggestivo scenario che offre la baia di Vivara, si tuffano nel suo mare azzurro; altre invece, convinte di trovarsi di fronte allo “scoglio di nessuno” d’improvviso si sentono in diritto di poter fare di tutto. In questo modo, nel pieno di ferragosto è stato danneggiato uno dei pali che sostengono le recinzioni poste all’ingresso di Vivara, mentre l’ultimo “sfegio” registrato qualche giorno fa è stato prontamente interrotto dall’intervento delle Guardie della LIPU che stanno svolgendo servizio di vigilanza volontaria sull’isola. Un uomo dell’apparente età di circa 50 anni, infatti, è stato sorpreso mentre con un’asta di ferro tentava di danneggiare il cancello d’ingresso per accedere su Vivara, non si sa per quale ragione. Alle domande, poste dagli agenti LIPU, l’uomo (forse ubriaco a giudicare dall’aura di vino che emanava) ha risposto candidamente “sto cercando il modo per entrare”, quando poi ha cominciato a rendersi conto della gravità del fatto commesso si è dato alla fuga verso il ponte e quindi verso la collina di Santa Margherita. Immediatamente venivano avvisati i carabinieri di Procida che però non sono riusciti a rintracciare il vandalo, e sul posto accorreva il presidente della Fondazione “Albano Francescano” proprietaria dell’isolotto di Vivara per verificare gli eventuali danni provocati.
“Nonostante gli appelli al buon senso – dice l´avv. Mariano Cascone – spiace rilevare come gli imbecilli siano sempre in agguato. Oltre alla burocrazia, Vivara ha un altro nemico molto pericoloso: il vandalismo. Però, mentre il primo è in fase avanzata di eliminazione, per il secondo la battaglia è ancora lungi dall’essere vinta. Fortunatamente parliamo di minoranze, ma il fenomeno per quanto marginale va tenuto sotto strettissimo controllo perchè basta un attimo per arrecare all’isolotto danni devastanti. E se per il passato tutto è stato concesso senza alcun controllo, oggi la musica è cambiata. Ho già provveduto a sporgere formale denuncia alle autorità di polizia per i danneggiamenti alle recinzioni di recente montate dalla Fondazione Albano Francescano (che saranno prontamente riparate e rinforzate); mi auguro solo che le indagini in corso assicureranno alla giustizia il colpevole. Giusto per fare informazione ricordo ad eventuali malintenzionati che per comportamenti di questo tipo si può addirittura incorrere nell’arresto oltre che in salate sanzioni amministrative e nel risarcimento dei danni arrecati. Ne vale la pena? Come ho già dichiarato in passato, credo sia meglio lasciarci lavorare in tranquillità per entrare a Vivara finalmente a testa alta invece che come ladri in punta di piedi, rischiando di farsi male e passare un guaio. L’invito è rinnovato.”
Oltre agli atti vandalici, non manca poi il degrado. Il ponte è ufficialmente inagibile ma quotidianamente viene comunque raggiunto da decine di persone che scavalcano agilmente un muretto posto a Santa Margherita, a lato del cancello che ormai è poco più di un oggetto simbolico. Dall’altro lato del ponte, invece, c’è chi dopo aver consumato “la merenda” lascia puntualmente rifiuti lungo la costa, soprattutto bottiglie di plastica e di vetro, mentre le prime scale che conducono al cancello di Vivara vengono utilizzate come vespasiano.
E così, mentre alla maggioranza dei procidani è vietato fare il bagno nella baia di Vivara, gruppi di gitanti in visita frettolosa a Procida prendono il meglio e lasciano il peggio.