Per 20 milioni di euro il Comune vende mezzo Porto. E a Procida è scontro.

foto_foto3_b.jpgfoto da www.marinadiprocida.eu

Muro: l’unico modo per risananare il bilancio.

Procida:  Le opposizioni insorgono: «Il gioiello dell’isola doveva portare sviluppo e soldi. Sarà invece dato ai privati» 

Il Comune di Procida mette in vendita il 49% delle azioni del nuovo porto turistico Sancio Cattolico. Che fino a ieri era il suo vanto. «La nostra Fiat garantirà sviluppo e lavoro per almeno quattro generazioni»: così si disse, ma, probabilmente, a Palazzo, pochi se ne ricordano. L’obiettivo, naturalmente, è fare soldi e dare ossigeno ad un bilancio gravato di debiti.

Ma basta questo a giustificare l’operazione e, soprattutto, quanto vale il 49% di un porto turistico che ospita 491 barche e potrebbe avviare un work in progress molto ricco? Non esistono precedenti in materia e per non sbilanciarsi il Comune sceglie di tacere, ma i soliti bene informati ne sanno una più del diavolo e sussurrano che il prezzo base potrebbe oscillare tra 15 e 20 milioni, come dire la quota di un Enalotto medio.
La notizia è apparsa sul blog dell’amministrazione con una avvertenza: le manifestazioni d’interesse all’acquisto dovranno pervenire non oltre il 30 settembre. Cosa dire: è come se fosse esplosa una bomba. Lo scontro, per ora, è solo politico, ma si prevede che in breve coinvolgerà tutta l’isola. Anche perchè la Giunta vuole procedere spedita: «In sette-otto mesi risolveremo tutto», annuncia Muro. Presa in contropiede l’opposizione di centrosinistra è partita lancia in resta e corregge il titolo annunciando battaglia: «Il Comune svende il porto al miglior offerente. Non lo consentiremo». La prima reazione è una raccolta di firme aperta da Fabrizio Borgogna, uno dei leader d’opposizione di «Procida Democratica », e da alcuni consiglieri, anche di maggioranza: Vincenzo Capezzuto jr, Intartaglia, Cibelli e Formisano. La guerra è scoppiata. Toccato sul vivo, il vice sindaco Luigi Muro (An), il grande stratega dell’operazione Sancio Cattolico, ha restituito pan per focaccia: «Criticano perchè hanno capito che abbiamo messo in moto un grande progetto. E perchè ignorano che l’ultima Finanziaria del centrosinistra obbliga gli Enti locali a disfarsi delle quote in società che perseguono obiettivi non compatibili con i fini istituzionali. Se a qualcuno non piace quello che ci accingiamo a fare se la prendesse con Prodi, noi stiamo ottemperando ad un obbligo di legge e sinceramente la cosa ci piace anche perchè possiamo risanare il bilancio senza compromettere il futuro del porto ».
Chiariamo i termini dell’operazione: il Comune mette in vendita il suo pacchetto rinnegando, di fatto, la formula della compartecipazione nella spa «Isola di Procida Navigando» che detiene il 51% della quota sociale e che, quindi, anche con i nuovi proprietari continuerà a gestire il porto che è uno dei «gioielli» della maxi-operazione Cascetta insieme con Marina di Stabia, Acciaroli e, quando saranno pronti, l’Arechi di Salerno e l’immaginifico «Porto Fiorito » di Vigliena, una sorta di eterna incompiuta. L’assessore regionale, anche lui all’oscuro della decisione del Comune, promette di approfondire la questione: «Vigileremo affinchè non si mini la solidità di una operazione così bene avviata e potremmo valutare anche la possibilità che il socio del Comune, Campania Navigando, acquisti l’altro 49%. In questo caso – dice Muro – il socio diventerebbe acquirente privilegiato e tutti saremmo felici e contenti ».
Fabrizio Borgogna precisa la linea del centro sinistra: «Questi vogliono vendere – dice noi, invece, chiediamo che il Comune acquisti anche il 51% e chiediamo alla Regione di darci una mano. Nessuno deve fare affari sulla pelle dei procidani». Gli umori sono neri, insomma, e anche gli operatori dell’indotto portuale, molto cresciuto, mettono le mani avanti: «Il Comune poteva giocarsi meglio le sue chances mettendo in campo una diversa politica tariffaria. Il porto ha un grande futuro, ma saremo garantiti dai nuovi acquirenti? Nel charteraggio lavorano quattro società e il bilancio è stato positivo anche in una stagione magra come questa – dice Antonio Scotto di Perta di «Blue Dream» – e vanno bene anche i servizi del tutto nuovi che i giovani procidani stanno attivando (officine specializzate, impianti di condizionamento). Non vorremmo che il giocattolo si rompesse». Nonostante l’aria sia pesante, però, il vice sindaco non si sente condizionato: «Abbiamo imbroccato la strada giusta, anche se il Comune passerà la mano il porto continuerà ad essere la carta vincente di Procida». Ma gli avversari affilano le armi.
Carlo Franco
da IL CORRIERE DEL MEZZOGIORNO del 7 settembre 2008

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