dal blog: marcoboschini.it
Oggi inizia in rete a livello Nazionale una campagna informativa ai cittadini e una richiesta alla Commissione delle Comunità Europee
di una procedura d’infrazione verso l’Italia annunciando altresì che come cittadini italiani chiederemo di rivalerci nel caso di una sanzione economica da parte della Commissione Europea, verso i parlamentari che hanno votato tali provvedimenti.
IL GOVERNO ITALIANO con voto di PDL-LEGA NORD-MPA (astensione alla Camera di Pd e Udc) soffia dalle tasche degli italiani 2 MILIARDI DI EURO
che invece che alle rinnovabili andranno tramite il ritorno dei
Cip6/Certificati Verdi in primis agli inceneritori sicliani (1.6
miliardi di euro) e vara il “Piano Nazionale Inceneritori“.
Per tale evento è stato appositamente creato un gruppo su FACEBOOK denominato “STOP CIP6 pro inceneritori: ferma il furto dalle tue bollette della luce” (www.facebook.com/home.php#/group.php?gid=43817263793&ref=mf) dove sono riportate tutte le istruzioni per inoltrare tale denuncia.
Domani a livello nazionale ci saranno varie conferenze stampa oltre che un movimento congiunto attraverso il Blog di Beppe Grillo.
Non si escludono per ora iniziative che potrebbero portare ad una causa
collettiva verso i Parlamentari che hanno votato a favore di tale
provvedimento.
Come fare LA DENUNCIA ALLA COMMISSIONE EUROPEA per violazione delle norme europee? Invia una mail a: SG-PLAINTES@ec.europa.eu con i tuoi dati, copiando il testo sottostante ed avente oggetto:
Denuncia alla Commissione Europea inadempimenti del diritto comunitario
DENUNCIA
ALLA COMMISSIONE DELLE COMUNITÀ EUROPEE
RIGUARDANTE INADEMPIMENTI DEL DIRITTO COMUNITARIO
DA PARTE DEL GOVERNO ITALIANO IN MATERIA DI INCENTIVAZIONE
AD ENERGIE RINNOVABILI, DIVIETO AIUTO DI STATO, DIRETTIVA RIFIUTI
Gentili Signori,
vi comunico che la Camera del Parlamento della Repubblica Italiana, in data 16 dicembre 2008
(www.camera.it/_dati/leg16/lavori/stampati/pdf/16PDL0016260.pdf ) ha approvato il decreto legge del n.172
del 6 novembre 2008 relativo “l’emergenza nel settore dello smaltimento
dei rifiuti nella regione Campania, nonché misure urgenti di tutela
ambientale”. Tale decreto è stato definitivamente convertito in legge
per mano del Senato della Repubblica con atto n. 1280 del 22 dicembre
2008.
La legge è la n.210 del 30 dicembre 2008 (www.parlamento.it/parlam/leggi/08210l.htm) pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n.2 del 3 gennaio 2009.
Tale provvedimento contiene interventi, validi per altre Regioni d’Italia e non solo per la Campania, in spregio a nostro avviso alle normative europee
2001/77 relative all’incentivazioni delle fonte d’energia rinnovabili,
alle norme del Trattato relative al divieto di aiuti di Stato, nonché
al rispetto della gerarchia d’intervento della direttiva Rifiuti
recentemente approvata dal Parlamento Europeo.
Nel dl 172 all’articolo 9 (incentivi per la realizzazione degli inceneritori) vengono confermati gli incentivi cosiddetti “Cip6”
all’incenerimento della parte non biodegradabile dei rifiuti ed alle
cosiddette “fonti assimilate”. Gli incentivi Cip6 verranno riconosciuti
a tutti gli impianti in costruzione o entrati in esercizio prima del 31
dicembre 2008. Vengono altresì confermati per la quota del 51% gli
incentivi sottoforma di “Certificati Verdi” a tutte le
forme d’incenerimento (sia rifiuti tal quali residui da raccolta
differenziata che per il cosiddetto “combustibile da rifiuti” ). Questo
sia che si tratti di rifiuti non biodegradabili che biodegradabili. Che
si tratti d’impianti per produzione d’energia rinnovabile quindi che
citato testualmente nel testo “non rinnovabile”.
Questi incentivi all’incenerimento che alterano il mercato,
è stato calcolato, comporteranno una ulteriore spesa sulle bollette dei
cittadini pari a 2 miliardi di euro che anziché alle fonti realmente
rinnovabili andranno all’incenerimento di rifiuti anche per la parte
non rinnovabile sottoforma di Cip6 e cosidetti “Certificati Verdi”. Di
questi contributi circa 1.6 miliardi di euro, è stato calcolato
verranno inviati per i costruendi inceneritori nella Regione Sicilia, dove si progetta di bruciare il 65% dei rifiuti solidi urbani prodotti (www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLine4/Italia/2008/11/sicilia-inceneritore-sprechi.shtml), mentre la legge nazionale italiana indica nell’obiettivo di legge del 65% la percentuale di raccolta differenziata
da raggiungere entro il 2012 (il contrario) e quella europea sulla
parte urbana del 50% a livello continentale sugli urbani e del 70% per
gli industriali.
Nella legge in questione (articolo 9-ter) viene inoltre approvato un “Piano Nazionale Inceneritori” (l’Italia ha già 50 impianti d’incenerimento funzionanti) che ricalca la proposta presentata nel luglio 2008 dalla lobby italiana del settore (Anida-Confindustria).
Nella stessa legge approvata definitivamente il 22 dicembre 2008, mentre l’Unione Europea discute della importante direttiva Biowaste sul riciclo, riutilizzo e recupero
della parte organica dei rifiuti sia ai fini energetici (produzione di
biogas) che della fertilizzazione naturale dei terreni agricoli, si
prevede ( articolo 9-quater) invece la possibilità di immettere in
fognatura rifiuti organici “provenienti dagli scarti dell’alimentazione
trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne
riducano la massa in particelle sottili”. Tutto ciò oltre a creare
possibili problemi alle tubature e reti fognarie porta alla creazione
di migliaia di tonnellate di fanghi di depurazione
(con relativo problema di smaltimento e costi aggiuntivi) ed inficia
l’incentivazione della raccolta differenziata degli scarti organici
urbani.
Detto ciò, ricordiamo ciò che la
Commissione Europea in data 20.11.2003 (risposta E-2935/03IT
all’interrogazione dell’eurodeputato Monica Frassoni) ribadì con
l’allora Commissario Loyola De Palacio in tema di energie rinnovabili e loro incentivazione prevista dalla direttiva 2001/77 e cioè che “la frazione non biodegradabile dei rifiuti non può essere considerata fonte di energia rinnovabile”.
Ciò veniva ricordato molto bene sul blog di Beppe Grillo,
da lì nel dicembre 2006 fu publicizzata una petizione via internet che
in Italia raccolse oltre 78.000 adesioni per l’abolizione di tali
incentivi illegali secondo le normative europee.
I provvedimenti diventati legge in data 22 dicembre che ripristinano tali incentivi, rappresentano a nostro avviso un aiuto di Stato illegittimo che altera il mercato a favore dell’industria degli impianti d’incenerimento a discapito del settore della produzione di energie realmente rinnovabili
(solare, geotermico, idrico, eolico etc.) come è inteso da parte della
normativa europea (e quindi incentivabile) ed anche una concorrenza
sleale nei confronti di chi nel settore dei rifiuti si occupa di
prevenzione, riciclo, recupero e trattamento rifiuti anche con
produzione d’energia diversa dalla combustione (es: raccolta
differenziata domiciliare, compostaggio, digestione anaerobica con
produzione di biogas, trattamento meccanico biologico, centri riciclo e
recupero materiali tramite estrusione-trasformazione di materiali non
riciclabili etc.).
Interventi, quelli di prevenzione/riduzione, riutilizzo, riciclo, recupero lo ricordiamo, che sono prioritari per la normativa UE
rispetto all’incenerimento, che non rappresenta l’unica forma di
trattamento e/o recupero energetico da rifiuti. L’incenerimento anche
con recupero eneregetico nella gerarchia d’interventi della direttiva UE è al penultimo posto.
Vi chiediamo quindi di aprire una procedura d’infrazione verso l’Italia
e annunciamo altresì che come cittadini italiani chiederemo di
rivalerci nel caso di una sanzione economica da parte della Commissione
Europea , verso i parlamentari che hanno votato tali provvedimenti.
In attesa di un vostro gentile riscontro invio
Distinti Saluti
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