Un forsennato egocentrismo, da oltre vent’anni, ha ampiamente sovrastato la vita delle persone nella propria singolarità e nel corpo sociale, politico, economico ed istituzionale del paese, tale da fare acquisire, la sensazione che l’egolatria (adorazione del proprio io) ha assunto una dimensione epidemica dentro la nostra società. Ciò si può vedere sia dentro lo scenario mediatico dove sono offerti esempi eclatanti di tale degenerazione da politici, giornalisti, economisti, scrittori, avvocati, magistrati ed altro a chi più ne mette, sia dentro la quotidianità della comunità in cui si vive.
Qui ci si trova davanti ad un pulviscolo di raffiguranti di ogni ordine e specie caratterizzati dall’ebrezza di percepire le proprie individualità al centro di ogni progetto che conduce alla forma e alla struttura organizzativa del vivere di una collettività.
Nel vocabolario della loro coscienza non esiste la parola noi ma quello del tutto per “se”
Nella “civitas” procidana, l’egolatria, si materializza attraverso il seme pernicioso dell’invidia. Sentimento che corrode incessantemente l’animo tanto che sotto molti aspetti si contrappone all’amore più dell’odio.
Infatti all’amore che procede con lieta placidità, l’invidia ansima con rabbia e risentimento, producendo sempre qualcosa di bieco e spiacevole nel proprio agire. Lo sguardo dell’invidioso deforma tutto e comprende tutto in modo distorto tanto da trasmettere i segni di una perenne insoddisfazione, creando errori di conoscenza e logorio dell’anima, ripercuotendosi anche sul corpo. Perché l’invidioso è lacerato, senza tregua, dall’overdose di inseguire cose che gli arrecano soddisfazioni sempre maggiori tanto da condurlo ad una cupa e devastante aridità interiore. Ecco da quale patologia deve essere curata e liberata la nostra piccola comunità.
A tal proposito, cari ragazzi, che in questi giorni vi ho ammirati come collettivo a mettere in campo le vostre energie per organizzare una sede in cui esplicare la vostra passione sportiva per il calcio NAPOLI, vi invito a riflettere, se è possibile, a trasferire un poco di tale risorse al miglioramento della qualità della vita nel prossimo futuro, che vi appartiene, della nostra cara isola mikhaelica.
Tante volte l’egolatria, diventa un’ Arma di difesa nei confronti di persone Che hanno sviluppato la Capacita’ di critic are le azioni altrui, senza aver Mai Loro stessi dovuto agire. La realta’ e’ ancora Piu’ complicata
“Infatti all’amore che procede con lieta placidità, l’invidia ansima con rabbia e risentimento, producendo sempre qualcosa di bieco e spiacevole nel proprio agire.”
SANTE PAROLE!
Condivido quasi tutto
della settimanale predica di Romano.
L’unica cosa che mi stupisce è quel limite temporale(da venti anni).
Come se questi sentimenti negativi come l’egocentrismo o egoismo si moltiplicherebbero in questo limite temporale , e fosse colpa di qualcuno o qualcosa la causa di ciò.
Io penso,invece,che sono questi, sentimenti connaturati all’essere umano che naturalmente in ogni epoca e grado si sono manifestati laddove è venuto a mancare il senso di umanità e comunità.
Basta guardare alla storia passata ,alle guerre che si sono combattute,per rendersene conto.