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Varchi ovunque, macchine parcheggiate lungo il suo percorso ad ogni ora del giorno e della notte, mancanza di pubblica illuminazione e di guard rail. La sopraelevata di Ischia è una trappola mortale per chi l’attraversa a piedi, in auto o sulle due ruote. Ma a nulla sino a questo momento sono serviti i tanti morti e le nostre precise e puntuali denunce giornalistiche affinché venisse messa in sicurezza.
di Gennaro Savio
Ancora sangue sulla sopraelevata di Ischia, la variante esterna che dal centro cittadino porta dritto dritto verso il porto. Questa volta a perdere la vita nei pressi dell’Hotel President in uno scontro frontale con uno scooter, è stato un turista. Si tratta di Giovanni Oro, Sindaco di Foza, Comune della provincia di Vicenza. La tragedia, di cui ci sono le immagini realizzate dall’apprezzata giornalista Ida Trofa de “Il Dispari”, si è consumata a pochissimi metri di distanza dal punto in cui quattro mesi fa, a causa dell’ennesimo incidente, perse la vita il giovane ischitano Alfredo Francescon. Il nuovo tragico incidente verificatosi su quella che da sempre viene definita la strada della morte, ripropone il tema della sicurezza su una variante esterna resa da sempre pericolosissima dalla presenza di tanti varchi, dalla sosta delle auto lungo il suo percorso, dalla mancanza di illuminazione e di guard rail e di tutto quanto possa finalmente renderla più sicura. La cosa vergognosa è determinata dal fatto che da anni con i nostri servizi giornalistici ne denunciamo la pericolosità ma invano, visto che chi ha il dovere di metterla in sicurezza continua a fare orecchio da mercante tranne che in campagna elettorale quando, puntualmente, la messa in sicurezza della sopraelevata finisce quasi d’incanto tra i primi punti programmatici dei politici locali candidati i quali, una volta eletti, dimenticano puntualmente le promesse fatte: assurdo! Ma c’è un’altra triste assurdità che vogliamo sottolineare. Ed è quella che ad ogni morto che ci scappa, assistiamo all’odioso piagnisteo dei responsabili politici ed istituzionali della pericolosità di questa strada i quali, però, passato il momento di dolore, alle parole, o meglio alle chiacchiere, non fanno seguire i fatti. La pericolosità della sopraelevata e i mancati interventi di messa in sicurezza, sono anche al centro del dibattito che si è sviluppato sui social network dopo la morte di Oro.
Tra i tanti post pubblicati e che per lo più condannano la latitanza delle istituzioni sulla sicurezza di questa strada killer, ci ha colpiti quello di Mario Goffredo che recita: “In questa maledetta terra d’oblio anche il detto ‘finché non ci scapperà il morto nulla cambierà’ perde ogni senso e validità” a cui personalmente aggiungo, “nemmeno la perdita di innumerevoli e innocenti vite umane serve a sensibilizzare e ad umanizzare uomini politici e rappresentanti istituzionali a fare il proprio dovere e a rendere sicura questa strada: che vergogna!!!”.
Questo post è stato modificato l'ultima volta il 13 Luglio 2013 20:07
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