PROCIDA – Stasera, 18 marzo 2023, a presso la sala consiliare del Comune di Procida , viene presentato, per i tipi di Fioranna, mi sembra la terza edizione del libro “Il vefio” di Vittorio Parascandola. Detta così la notizia è una semplice notizia di cronaca, ma a me porta alla mente tutta una serie di ricordi e di riflessioni. Vittorio Parascandola è stato per me un maestro, un amico, una guida esemplare. Più avanti di me negli anni mi ha guidato e mi ha dato le dritte dell’arte medica e della vita. Negli anni ’70 ed ’80 del secolo scorso frequenravo quasi quotidianamente casa sua. Vi passavo lunghe serate anche grazie alla disponibilità e gentilezza della moglie Laura. Una donna mirabile , sempre sorridente. Non ricordo mai di averla vista irata o nervosa. E dire che il gruppo di amici di cui facevo parte a volte era piuttosto turbolento. Erano gli anni in cui la passione politica prendeva il sopravvento e come! Ma lei era sempre tranquilla, non si scomponeva, cacciava qualche docetto. qualche cioccolattino, atteggiava il volto ad un serafico sorriso e tutto ritornava alla calma. Il marito , Vittorio, ritornava dal giro delle visite, metteva le mani in tasca e cacciava fuori le chiavi, l’accendino, le sigarette e ,,,tanti “pizzini”. Si sedeva intorno al tavolo della cucina e leggeva le parole in dialetto che era riuscito a carpire da pescatori, contadini, donne di casa, persone anziane. Era tutto un fiorire di termini già allora piuttosto desueti. Ma c’era un gusto eccezionale nello scoprire il significato di una parola, di un verbo, di un modo di dire. Era come affiorasse all’improvviso in quella cucina lo spirito di una Procida antica, quasi scomparsa. Quante volte mi ha chiesto cosa pensavo di qualche parola ormai scomparsa! E quante volte ci siamo confrontati sull’etimologia di un termine! In quelle indimenticabili serate ci sperdevamo nei meandri della storia, della vita trascorsa, della lingua ormai quasi scomparsa di Procida. Ecco perché il “Vefio” è un grosso avvenimentiìo culturale ed è il miglior servizio reso a questa nostra stupenda isola. Il tempo è passato, le parole raccolte in giro e fisate sui “pizzini ” di Vittorio ne hanno fatto di strada e vivono di una nuova vita. La parola sceitta prolunga l’esistenza di colui che scrive. Vittorio era solito affermare: “Non omnis moriar!”( Non morirò del tutto!) intendendo dire che ciò che aveva messo su carta avvrebbe allungato nel tempo il ricordo di lui. E così è stato!….
