“E’ una vera è propria onda anomala – ironizza il dottor Giuseppe Trotta, comandante della Polizia Urbana isolana , – che non possiamo fronteggiare in alcun modo. Una vera e propria mania. Tutti vogliono il “permesso” in deroga. A questa massiccia prestazione di assistenza familiare e sociale, alquanto dubbia, fanno riscontro, al contrario, motivazioni che denotano l’assenza totale di una minima coscienza collettiva. E’ il caso della richiesta inoltrata da un gruppo di giovani che ha chiesto di poter circolare col motorino, di sera, per raggiungere il campo di calcetto. Chiaramente le richieste saranno opportunamente vagliate, ma l’orientamento, specie nei mesi di luglio e agosto, è un no drastico. Questioni di sicurezza stradale e di inquinamento ambientale impongono sacrifici ad isolani e turisti”.
Quattro chilometri quadrati di superficie, una rete stradale, fatte di viuzze, senza marciapiedi, lunga 34 chilometri, oltre diecimila tra auto e motoveicoli appartenenti alla popolazione residente di 10 612 abitanti, a cui vanno aggiunti i veicoli dei possessori di abitazioni iscritti nei ruoli della tassa rifiuti, a cui è consentito lo sbarco nel periodo estivo, Procida rischia di perdere il suo bene più prezioso, ovvero la tranquillità. Proprio, in questi giorni, Toni Ponticiello, web designer napoletano che ama Procida da sempre, ha dato alle stampe una guida dell’isola che mira a “salvarla dal traffico e dai rumori”.
La mappa stepping disegna e misura in passi tutti i possibili itinerari isolani da percorrere a piedi, passo dopo passo. Spiega Ponticiello: “Procida è misurata in passi e per percorrerla tutta bisogna farne solo seimila. Se si pensa che l’Organizzazione mondiale della Sanità ha calcolato che diecimila passi al giorno sono l’elisir di lunga vita, si capisce subito che l’isola di Arturo, proprio per le sue ridotte dimensioni, possiede la risorsa dell’avvenire”. Seimila passi sono davvero pochi. Del resto, a Procida, il “passo” è un termine familiare: è l’ unità di misura ( corrispondente a 1,63 metri) che i pescatori usano per calcolare la profondità nei tratti di mare in cui calano le reti. Tutto vero, tutto bello: il difficile sta ora nel trasferire il “passo” da mare a terra e convincere automobilisti e motociclisti a ragionar con la testa, per fare uso dei piedi e non di auto e moto.
DOMENICO AMBROSINO
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