Con 60.387.000 di abitanti al 31 dicembre 2009, l’Italia è il quarto paese dell’Unione Europea per popolazione, dopo Germania (82 milioni), Francia (65 milioni) e Regno Unito (61 milioni). La densità demografica (200 persone per Kmq) è più alta della media europea (70 persone per Kmq) e di quella francese Francia (115 persone per Kmq) e prossima a quella tedesca (239 persone per Kmq) e inglese (249 persone per Kmq).
Dall’Unità d’Italia ad oggi, il numero di persone residenti in Italia è quasi triplicato: eravamo solo 22 milioni nel 1861. All’inizio del ‘900 la popolazione italiana è salita a 33 milioni, nel 1951 a 47 milioni. Nel 1971 sale a 54 milioni e nel 2001 raggiunge i 57 milioni, fino a superare i 60 milioni alla fine del 2009.
La crescita annua della popolazione in Italia nell’ultimo decennio (375 mila residenti in più all’anno) è paragonabile quantitativamente al “boom” degli anni ’50 e ’60 (350 mila residenti in più all’anno). Ma allora fu spiegato prevalentemente dall’incremento delle nascite. Oggi, invece, quasi totalmente (83%) dalle migrazioni dall’estero. Allora però la crescita durò per vent’anni, mentre già dal 2008 si sta osservando una diminuzione delle migrazioni dall’estero (calano del 17% le iscrizioni anagrafiche dall’estero nel 2009 rispetto al 2008).
Il numero di immigrati o di residenti stranieri regolari in Italia è comunque aumentato considerevolmente a partire dagli anni ’90. Alla fine del 2009 i residenti stranieri sono 4.223.000 (7 % popolazione). Al Nord gli stranieri sono 2.6 milioni, 1,1 milioni al Centro e solo 557 mila nel Mezzogiorno (pari al 2-3% della popolazione dell’area). Di pari passo all’aumento degli stranieri si è osservata negli ultimi 8-10 anni una crescita delle forze di lavoro (occupati e in cerca di impiego) e soprattutto degli occupati, che ha bilanciato in parte la crescita della popolazione anziana (ha più di 65 anni 1/5 della popolazione italiana).
I residenti in Italia si concentrano soprattutto nelle zone pianeggianti (23% del territorio dove si concentra il 48% della popolazione totale) e in collina (42% del territorio e 39% della popolazione totale). Vive in montagna solo il 13% della popolazione.
Più della metà della popolazione (53%) vive in comuni con meno di 20 mila abitanti. Nei grandi comuni vive il 15% della popolazione.
E’ nei comuni tra 5 e 20 mila abitanti che si trovano nel 2009 valori più alti del tasso migratorio e del tasso di crescita naturale ed è quindi qui che è cresciuta la popolazione. Il contrario è accaduto nei comuni molto piccoli (fino a 3 mila abitanti) e nei medio-grandi (tra 80 e 250 mila abitanti).
Il 99,5% della popolazione in Italia vive in famiglia e solo lo 0,5% – pari a 320 mila persone – vive in convivenze (caserme, carceri, case di riposo, conventi, ecc).
Le famiglie sono 24,9 milioni e il numero medio di componenti per famiglia è 2,4. Nel 1981 le famiglie erano 18,6 milioni ed erano composte in media da 3 persone.
Nel 2009 il tasso di crescita naturale della popolazione (nati meno morti) è negativo (-0,4% in media). Al Sud, isole escluse, invece, il tasso di crescita naturale è positivo (+0.4%).
Fonte: www.confesercenti.it
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