
“Abbiamo tantissimo da lavorare.
Finiti i festeggiamenti “politici” bisogna capire che “capitale della cultura”, oggi, è una grande occasione, ma può rivelarsi anche un grandissimo fallimento e creare danni irreversibili alla nostra immagine ed al nostro turismo. In primis c’è da cambiare noi stessi.
Appena terminati i personalismi, appena capiamo le responsabilità che questo “piccolo punto sulla terra” oggi detiene, appena si placherà il fanatismo capiremo che questo è un punto zero.
O si naviga insieme o si affonda.
Invece in questi giorni continuo a leggere commenti pieni di odio, astio, disprezzo gli uni verso gli altri.
Siamo tutti di passaggio, Procida resta.
Sarà difficile fare in un anno ciò che non si è fatto in venti.
Possiamo e dobbiamo sfruttare questa occasione.
Ci vuole intelligenza, unione di intenti, programmazione, coordinamento, e voglia di far splendere questa perla.
Abbiamo la possibilità di partire da capo, di disegnare e colorare la nuova #Procida.
Ci vuole serenità, professionalità, amore.
Iniziamo da questo.
Iniziamo da ricreare un popolo, che proprio in cultura non sta mostrando di eccellere”.