settimana santa
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Breve riflessione sulla Resurrezione

Di Michele Romano

PROCIDA – La settimana Santa è un momento di riflessione sul progetto da figlio di dio fattosi uomo, il ventre di Maria, per salvare il Mondo attraverso il sofferto itinerario della crocefissione che conduce alla pasqua. Per comprendere lo stato di salute spirituale in cui la nostra essenza comunitaria versa è sufficiente entrare nella propria comunità territoriale, accendere la televisione, frequentare i social, leggere la carta stampata perché veniamo assaliti da un impeto belluino di rancore, di odio, di disprezzo, di ira, di superbia, di narcisismo, di vendetta, di insulto, di violenza, di ingiustizia e annientamento di persone, che non ci piacciono o sono da ostacoli insormontabili ai nostri “desiderata”. Tutto ciò accade nel silenzio assoluto di tutte le agenzie educative, anzi, in alcune che si trasformano in diseducative, venendo meno a quella pedagogia di servizio che si ispira al valore universale di fondamento in cui la persona, sia come “singolo” che come “Noi” deve ritrovarsi nella dimensione di essere ed agire, pur nella diversità, per planare dentro una disponibilità amorevole, espellendo una perenne e fratricida conflittualità. Così sperimentiamo, ogni anno, di non esserci spostati dall’iter della crocefissione e guardare l’orizzonte che conduce alla Resurrezione. Da credenti della speranza l’8 marzo 2018, abbiamo ricevuto una spinta verso la traversata di tale confine biblico. La visione ci è stata offerta dall’agorà di Firenze dentro e fuori la Basilica di santa Croce durante la funzione religiosa per l’estremo e doloroso saluto, pregnante d’intenso pathos, all’immenso e delicato capitano viola Davide Astori. In quel luogo, per incanto, è avvenuto un miracolo. Un rapporto armonico ed amorevole tra tutte le variabili in campo. Emblematico, in tal senso, il caloroso applauso ai tifosi della Juventus, qualcosa impensabile una settimana precedente. Grazie Davide, con il tuo sacrificio, probabilmente, dalla patria di Dante, hai posto una solida pietra della resurrezione della cultura della dignità, dell’etica della responsabilità, dell’amarsi gli uni con gli altri di cui l’umanità ha urgente bisogno per sopravvivere.

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